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NOTIZIE AGENZIA FIDES 11 GIUGNO

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Messaggio  Admin Sab Giu 11, 2011 9:06 pm


News Agenzia Fides
EUROPA/ITALIA - Al fianco degli "Eroi della Salute" per il diritto di tutti alla salute

Padova (Agenzia Fides) - Ogni tre secondi un bambino muore per cause facilmente prevenibili; ogni giorno 1.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto; ogni anno HIV/AIDS, tubercolosi e malaria, uccidono cinque milioni di persone. Il 9 maggio 2011 è partita la campagna "Health for All!" promossa dalla rete europea "Action for Global Health", per favorire conoscenza e consapevolezza sui tre Obiettivi di Sviluppo del Millennio dedicati alla salute e sollecitare l'impegno dei leader europei in materia di aiuto pubblico allo sviluppo nei paesi del Sud del mondo. La campagna punta i riflettori sugli Health Heroes, gli "eroi della salute" di oggi: educatori, medici, infermieri, ostetriche e funzionari pubblici, che ogni giorno cercano di "fare la differenza" combattendo per il diritto alla salute. Nel 2000, in occasione del Vertice del Millennio delle Nazioni Unite, i leader mondiali si sono impegnati a raggiungere entro il 2015 otto Obiettivi di Svi! luppo del Millennio. Il cammino per raggiungere i tre Obiettivi dedicati alla salute (ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute riproduttiva e materna, combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre gravi malattie) è quello che procede più lentamente.
La campagna "Health for All!", sostenuta da diverse ong partner dalla rete europea "Action for Global Health", si sviluppa principalmente on line, attorno alle storie degli Health Heroes, che nella vita quotidiana combattono la propria battaglia per il diritto alla salute delle loro comunità. Grazie a queste migliaia di persone dislocate nel mondo, sono stati fatti dei passi importanti per raggiungere i tre Obiettivi di Sviluppo del Millennio per la salute. Nell'ambito dell'iniziativa è stata organizzata anche una mostra interattiva itinerante che presenta uno spaccato sulle condizioni dei sistemi sanitari del Sud del mondo in cui operano gli Health Heroes.
La campagna promuove una petizione ai governi europei affinché intervengano a sostegno del diritto alla salute in tutto il mondo, e in particolare: contribuiscano a migliorare la salute infantile, la salute riproduttiva e materna e rafforzino la lotta contro HIV/AIDS, tubercolosi e malaria; rispettino gli impegni economici già presi e reperiscano ulteriori risorse per finanziare la sanità nei paesi in via di sviluppo; sostengano i paesi in via di sviluppo nella realizzazione di servizi sanitari forti che rispondano ai bisogni dell'intera popolazione; combattano la carenza di personale medico, infermieristico e ostetrico nel Sud del mondo, affrontando anche i problemi collegati al flusso di operatori sanitari dai paesi poveri verso quelli più ricchi; sostengano le comunità che intendono abolire i ticket sanitari, soprattutto quelli che gravano sui più poveri e i più vulnerabili; garantiscano il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile nelle decisioni che interes! sano la vita delle loro comunità (AP) (11/6/2011 Agenzia Fides)

Links:
Per ulteriori informazioni
http://healthheroes.eu/it



AFRICA/REP. CENTRAFRICANA - "L'insicurezza dilagante costringe la popolazione a vivere nella disperazione": appello alla comunità internazionale della commissione Giustizia e Pace

Bangui (Agenzia Fides) - "La situazione di insicurezza ricorrente nella Repubblica Centrafricana e, in maniera particolare, nelle regioni del nord e del nord-est, dove imperversano bande armate ben identificate che seminano la desolazione nell'impunità totale, obbliga le popolazioni a vivere nella disperazione costante". È quanto denuncia la Commissione Episcopale "Giustizia e Pace" della Repubblica Centrafricana in una dichiarazione, inviata all'Agenzia Fides, firmata da Sua Ecc. Mons. Albert Vanbuel, Vescovo di Kaga-Bandoro e Presidente della Commissione.
Nel documento si ricordano gli ultimi gravi episodi di violenza registrati nel Paese. In particolare l'imboscata di cui è stato vittima Sua Ecc. Mons. Eduard Mathos, Vescovo di Bambari e Presidente della Conferenza Episcopale Centrafricana, con il sequestro del suo autista che ancora non ha ritrovato la libertà (vedi Fides 4,6/06/2011); l'uccisione del medico responsabile della Prefettura sanitaria di Haut Mbomou e del suo autista con la distruzione del loro veicolo pieno di medicine e vaccini antipolio; un altro omicidio avvenuto sempre nella stessa zona.
Di fronte a questi fatti, la Commissione "Giustizia e Pace" chiede al "governo centrafricano di assumersi le sue responsabilità per assicurare la libera circolazione e la protezione delle persone e dei beni in conformità alla Costituzione del 27 dicembre 2004". Inoltre fa appello "alla comunità internazionale perché fornisce l'indispensabile sostegno logistico e materiale alla lotta contro la crescente insicurezza" nel Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 11/6/2011)

Links:
Il testo integrale del documento (in francese)
http://www.fides.org/fra/documents/CENTRAFRIQUE_JP9.6.2011.doc



AFRICA/SUDAN - "Non ho notizie delle suore rimaste a Kadugli, la situazione degli sfollati è critica" dice il Vescovo coadiutore di El Obeid

Juba (Agenzia Fides) - "La rete telefonica è stata disattivata ed è quindi molto difficile ottenere informazioni dall'area" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Michael Didi Adgum Mangoria, Vescovo coadiutore di El Obeid, nella cui giurisdizione rientra il sud Kordofan (Sudan), la cui capitale, Kadugli, è da giorni al centro di violenti combattimenti tra le truppe del nord e del sud Sudan. "Vorrei mettermi in contatto con le suore che sono ancora in città, ma la rete telefonica mobile non funziona" dice Mons. Mangoria. Le due suore comboniane assieme ad un sacerdote operano nella parrocchia di Kadugli e da alcuni giorni si trovano in un complesso dell'ONU (vedi Fides 9/6/2011). Dalla frammentarie notizie ricevute, Mons. Mangoria può affermare che "la situazione degli sfollati è critica, perché sono senza cibo né acqua. Anche coloro che sono rientrati a casa non possono comprare nulla perché i negozi sono rimasti chiusi". Secondo l'Ufficio ONU per gli aiuti umanitari sa! rebbero dalle 30mila alle 40mila le persone fuggite da Kadugli. L'ONU afferma inoltre che nell'area continuano combattimenti e bombardamenti da parte dell'aviazione di Khartoum. (L.M.) (Agenzia Fides 11/6/2011)



ASIA/PAKISTAN - Il Ministro cristiano presenta la legge finanziaria citando il Vangelo, ma cresce il radicalismo in Punjab

Lahore (Agenzia Fides) - Il Ministro per le Minoranze nella Provincia del Punjab, il cristiano Kamran Michael, ha avuto la delega per le finanze e ieri ha presentato la legge finanziaria nel Parlamento provinciale del Punjab. In apertura del suo discorso, il ministro ha citato il Vangelo, così come i ministri musulmani citano il Corano nei loro interventi. L'evento è stato apprezzato dalla comunità cristiana, dato che nei giorni scorsi vi erano state polemiche e tentativi di impedire che un ministro cristiano potesse agire da "politico a tutto tondo" e ricevere deleghe in diversi settori, invece di occuparsi solo delle minoranze religiose. Intanto la comunità cristiana in Punjab ha ricevuto, invece, una cattiva notizia: un tribunale penale antiterrorismo di Faisalabad ha assolto 70 persone accusate di essere responsabili del massacro di Gojra, città dove, nell'agosto 2009, un quartiere cristiano fu attaccato in massa in seguito a una falsa accusa di blasfemia.
La delega assegnata a Michael, tuttavia - notano fonti di Fides in Punjab - potrebbe costituire solo un "alibi" o un "provvedimento di facciata", per dimostrare che il governo del Punjab dà spazio e rispetta le minoranze religiose. Infatti il Primo Ministro del Punjab, Muhammad Shahbaz Sharif, è noto per la sua contiguità con gruppi radicali islamici. E il governo provinciale, infatti, "non sta facendo nulla, per fermare il crescente radicalismo, soprattutto nel Sud Punjab", rimarcano le fonti di Fides.
Organizzazioni radicali fuorilegge come Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP) portano avanti il reclutamento di giovani per atti terroristici e accanto a loro - riferiscono allarmate sempre fonti di Fides nella società civile - operano indisturbate almeno cinque pericolose organizzazioni militanti islamiche: Sipah-e-Sahaba Pakistan (SSP); Lashkar-e-Jhangvi (LeJ); Jaish-e-Mohammad (JeM), Harkatul Jihadul Islami (HJI); Lashkar-e-Taiba (LeT). Il risultato è che quattro distretti del Sud Punjab (Dera Ghazi Khan; Multan; Bahawalpur e Gojranwala) sono sotto la forte influenza di gruppi terroristi, banditi dallo stato, che operano anche nella formazione di bambini e giovani, attraverso una fitta rete di madrase, controllandone almeno 7.000. Ciò è provato dal fatto che "esiste una forte tendenza dei giovani del Sud Punjab a unirsi a organizzazioni che combattono il 'jihad', la guerra santa, in Pakistan e fuori da paese: ve ne sono almeno 10mila nelle aree tribali del Pakistan e in Afghani! stan. Questa situazione - notano le fonti di Fides - affonda le radici anche nella cronica carenza del sistema educativo pakistano". (PA) (Agenzia Fides 11/6/2011)



ASIA/PAKISTAN - Farah, cattolica islamizzata con la forza, rischia di essere venduta all'estero

Lahore (Agenzia Fides) - Farah Hatim, 24enne, cattolica, rapita da una famiglia musulmana, convertita con la forza e costretta a un matrimonio islamico, "rischia di scomparire o di essere venduta all'estero": è quanto affermano fonti di Fides nel Punjab, notando che in questi giorni la pressione sul caso sta aumentando e "il castello di menzogne rischia di essere smascherato". A riprova di ciò, Khalid Shaeen, uomo politico che aveva aiutato la famiglia musulmana che ha rapito Farah, è stato rimosso dall'ufficio distrettuale e gli è stato revocata la tessera del partito della Lega musulmana-N.
Ma per salvare Farah il tempo stringe. "Più passa il tempo più sarà difficile liberare Farah: per questo occorre uno sforzo comune della Chiesa e della società civile, urgono le preghiere e le pressioni internazionali" aggiunge all'Agenzia Fides una suora del Punjab - che chiede l'anonimato per motivi di sicurezza - parlando del caso di Farah (vedi Fides 10/6/2011 e giorni precedenti).
"La questione è complicata" spiega la religiosa che si occupa di recuperare e nascondere le poche ragazze che la comunità cristiana riesce a strappare al destino dell'islamizzazione forzata (oltre 700 casi l'anno): "Farah è stata costretta a firmare una dichiarazione in cui afferma di essersi convertita e sposata per sua volontà. Il testo è stato portato alla polizia e in tribunale, dunque legalmente il caso è considerato chiuso. Sarà possibile riaprirlo solo con una dichiarazione scritta, in cui Farah testimonia che tali comunicati le sono stati estorti con minacce e torture".
Ma oggi alla giovane non è permesso nemmeno uscire di casa o parlare liberamente con i suoi familiari, "vive di fatto segregata, dunque tutto risulta molto difficile". Per questo la suora chiede "l'aiuto della preghiera di tutti i fedeli del mondo" e "una campagna di pressione internazionale per sensibilizzare le autorità civili pakistane e suscitare un loro intervento sul caso" che si inscrive, aggiunge, "nella cronica violazione dei diritti delle donne in Pakistan".
Intanto la Commissione "Giustizia e Pace" della diocesi di Multan (dove si trova la città di Rahim Yar Khan, nel Sud Punjab) sta raccogliendo informazioni per redigere un rapporto ufficiale. "Va detto - nota a Fides una fonte nella Commissione - che non è facile nemmeno avere informazioni e dettagli sulla vicenda, in quanto i cristiani di Rahim Yar Khan (dove vivono circa 2.000 fedeli) sono intimiditi. Se si espongono, i musulmani locali sono pronti a punirli e a vendicarsi sequestrando altre ragazze, dunque tutte le famiglie cristiane hanno paura". Inoltre iniziano a circolare false voci che intendono screditare moralmente la famiglia di Farah. I familiari della giovane sono amareggiati per la triste storia ma, conclude la fonte di Fides, "non hanno perso la speranza di riabbracciare la ragazza e intendono andare avanti nella loro battaglia di giustizia e verità". (PA) (Agenzia Fides 11/6/2011)



ASIA/TURCHIA - Riconoscimento legale delle comunità religiose: una sfida per la nuova Turchia

Aachen (Agenzia Fides) - Un passaggio cruciale per la Turchia moderna è il riconoscimento giuridico delle comunità religiose; si tratta di un diritto essenziale, che è anche il presupposto fondamentale per il pieno esercizio della libertà religiosa: è quanto afferma, alla vigilia delle elezioni politiche del 12 giugno, Otmar Oehring, responsabile per il settore diritti umani di "Missio Aachen", ufficio delle Pontificie Opere Missionarie in Germania
In un colloquio con l'Agenzia Fides, Oehring sottolinea le carenze nel sistema dei diritti garantiti in Turchia alle comunità religiose: nessuna esiste ufficialmente nella legge turca, manca una regolamentazione che assegni la "personalità giuridica" alle chiese e alle altre comunità, con tutte le conseguenze che ne derivano (impossibilità di detenere proprietà, di stipulare contratti, di avere dipendenti, di gestire scuole, avviare progetti, avere pubblicazioni, etc).
La comunità islamica sunnita (che è maggioritaria nel paese), pur non avendo uno status legale indipendente - spiega Oehring - almeno vede la sua vita e le sue attività tutelate e ordinate dal riferimento alla "Diyanet", la Presidenza degli Affari Religiosi, che riporta direttamente al Primo Ministro. Le altre comunità, invece, sono "comunità fantasma", in quanto vivono un paradosso: "ci sono ma è come se non esistessero".
"Il governo dell'AKP (del premier Tayyp Erdogan) non ha dimostrato un fondato impegno sull'idea che la libertà religiosa sia per tutti, non solo per un gruppo" rimarca Oehring. "Tale singolare situazione solleva anche l'interrogativo se la Turchia possa definirsi uno stato laico. La personalità giuridica è uno degli aspetti del problema: occorrono cambiamenti nell'atteggiamento dello stato, della società, della mentalità comune. Sono necessarie modifiche alla Costituzione e al Codice Civile. Altrimenti la Turchia fallirà nel realizzare gli obblighi e le aspirazioni nel rispetto dei diritti umani" prosegue.
Il riconoscimento legale - spiega - "è fondamentale nella cornice delle relazioni fra stato e religione" in quanto, negandolo, "si impedisce, di fatto, ai membri delle comunità religiose il pieno esercizio e godimento della libertà di culto e di religione". Un esempio positivo, in tal senso, è la storia dell'orfanotrofio di Buyukada, confiscato dallo stato nel 1964 e restituito al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli alla fine del 2010. "La vicenda rappresenta una implicita ammissione, da parte dello stato, che i legittimi proprietari esistono; ma, nonostante ciò, legalmente non sono riconosciuti".
Per ovviare a tali problemi, afferma Oehring, urgono modifiche alla legislazione che le Chiese e le comunità religiose minoritarie chiedono al nuovo governo: in primis l'abolizione dell'art. 101 (comma 4) del Codice Civile che vieta alle comunità religiose di avere lo status legale di "fondazioni". "Finchè le comunità religiose non avranno lo status legale sono impossibilitate a portare avanti le proprie attività responsabilmente e autonomamente" nota Oehring. "Tutto ciò - conclude - rappresenta una violazione verso il rispetto dei diritti umani, da garantire a persone e comunità" ed è alla radice di numerosi problemi sociali e religiosi della Turchia moderna. (PA) (Agenzia Fides 11/6/2011)



ASIA/TAIWAN - Il 24° campeggio della vita di fede di bambini e ragazzi dell'arcidiocesi di Tai Pei

Tai Nan (Agenzia Fides) - "Quando arriva l'Amore" è il tema del 24° campeggio della vita di fede per i bambini ed i ragazzi dell'arcidiocesi di Tai Pei, organizzato dal Centro Catechistico dell'arcidiocesi. Secondo le informazioni raccolte dall'Agenzia Fides, il campeggio annuale si svolgerà dal 3 al 10 luglio, e i partecipanti saranno divisi in due gruppi: quello dei bambini e quello dei ragazzi della scuola media e superiore. L'iniziativa, ormai giunta alla 24° edizione, è una delle tante promosse dal Centro Catechistico dell'arcidiocesi di Tai Pei, insieme al catechismo degli adulti, alla formazione degli insegnati di catechismo, ai seminari, ecc....
Secondo le statistiche dell'arcidiocesi, a Tai Pei la Chiesa gestisce 10 scuole medie con 18.159 alunni, 4 scuole elementari con 3.791 bambini e 38 asili con 4.512 bambini. I catechisti sono 25. Compito principale del Centro Carechistico, che è stato fondato nel 1986, è promuovere lo sviluppo delle "Sundayschools" nelle parrocchie e curare la formazione degli educatori. Quindi ogni anno organizza dei corsi di formazione permanente per gli insegnanti di catechismo dei bambini e dei ragazzi, oltre a seguire la prepazione dei bambini e degli adulti per la celebrazione dei sacramenti. Dal 1991 ha lanciato il suo sito internet, per rispondere in modo più celere alle esigenze pastorali, offrendo testi di catechismo per tutte le fasce di età (bambini, giovani, adulti... ). Attualmente il Centro è gestito da due religiose del Sacro Cuore di Gesù. (NZ) (Agenzia Fides 11/06/2011)
Il sito del Centro Catechistico di Tai Pei
http://www.zhuyesu.org/basic/main



AMERICA/CILE - Terminato lo sciopero della fame degli indigeni mapuche, ora tocca allo stato risolvere definitivamente la questione

Santiago (Agenzia Fides) - Finita la protesta dei lavoratori mapuche, che sono stati in sciopero della fame per 86 giorni, "ora tocca allo stato risolvere completamente il conflitto. La soluzione dovrebbe cominciare con la modifica della legge anti-terrorismo" ha detto l'Arcivescovo di Santiago, Sua Ecc. Mons. Ricardo Ezzati, in un'intervista alla Radio Cooperativa de Cile, di cui è pervenuta copia all'Agenzia Fides. L'Arcivescovo ha messo tra l'altro in evidenza il lavoro svolto dai membri delle famiglie dei lavoratori mapuche, dall'Istituto Nazionale dei Diritti Umani e dalla Chiesa cattolica per porre fine agli 86 giorni di digiuno, facendo notare che le istituzioni statali non hanno dato alcun contributo a risolvere la questione.
Hector Llaitul, Ramon Llanquileo, Jonathan Huillical e José Huenuche hanno digiunato dal 16 marzo per chiedere un processo equo, dopo essere stati condannati al termine di un processo in cui sono state utilizzate le procedure di legge anti-terrorismo che, a loro parere, hanno limitato il diritto alla difesa. In questo processo, che i media hanno fatto diventare un caso nazionale, Llaitul è stato condannato a 25 anni di carcere e gli altri tre a 20 anni, per una aggressione avvenuta durante il conflitto per le rivendicazioni territoriali Mapuche nel Cile meridionale.
Mons. Ezzati ha ricordato nell'intervista che il Presidente Sebastian Pinera si era impegnato il 21 maggio a discutere una nuova legge anti-terrorismo che protegga i diritti fondamentali delle persone, mentre pochi giorni fa il ministro dell'Interno ha detto che il Cile ha bisogno di una legge "adeguata" contro il terrorismo.
Gli indigeni hanno messo fine allo sciopero della fame dopo un accordo raggiunto con il gruppo delle famiglie, le organizzazioni dei diritti umani e i membri della Chiesa cattolica, al fine di formare un "Comitato per la Difesa dei Diritti del Popolo Mapuche" che dovrà agire per la promozione e la difesa dei diritti degli indigeni. (CE) (Agenzia Fides, 11/06/2011)



AMERICA/COLOMBIA - Sovraffollamento nelle carceri: c'è bisogno di "discepoli e missionari che possano aiutare le persone in prigione"

Bogotà (Agenzia Fides) - Secondo le ultime statistiche dell'Istituto Nazionale Penitenziario e delle Carceri (INPEC), le infrastrutture penitenziarie colombiane hanno una capacità di 72.785 prigionieri ma attualmente ce sono circa 91 mila. Il problema del sovraffollamento nelle carceri è stato uno dei temi affrontati nel recente Incontro Regionale del Centro di Pastorale delle Carceri.
In una nota inviata all'Agenzia Fides dall'ufficio stampa dei Vescovi colombiani, padre Andrés Fernández Pinzón, Cappellano generale dell'INPEC e Coordinatore nazionale della pastorale delle carceri, ha detto che per fornire risposte al mondo delle carceri bisogna avere "discepoli e missionari che possano aiutare le persone in prigione". Proprio per questo motivo come tema dell'incontro, che si è svolto dal 7 al 9 giugno presso la sede della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), è stato scelto "Discepoli e missionari per il mondo delle carceri". Hanno partecipato i delegati delle regioni di Bogotá, Meta, Cundinamarca, Florencia, Tolima e Boyaca.
Come ha spiegato padre Andrés Fernández, questo è stato il primo di 6 incontri regionali, da svolgersi entro la fine dell'anno. Alla fine ci sarà un incontro nazionale. L'obiettivo è creare una Guida nazionale per la Pastorale Penitenziaria che fornisca linee guida per il lavoro nelle carceri.
Padre Andrés Fernández ha ricordato che la situazione dei prigionieri nel paese è grave e, pertanto, vanno prese in considerazione non solo le soluzioni che prevedono la perdita della libertà personale ma anche la ricerca di opportunità per la riabilitazione e il successivo reinserimento nella società. "Tutti abbiamo a che fare con il tema delle carceri ... tutti abbiamo una responsabilità" ha detto padre Fernández, che ha affrontato anche la situazione dei bambini nelle carceri. La legge prevede che questi bambini debbano stare con le loro madri, confinati, fino a 3 anni. Su questo aspetto il sacerdote ha espresso le sue preoccupazioni per la pastorale e per le conseguenze che genera nei ragazzi e nelle ragazze, i quali da una parte sono allontanati dalle loro famiglie e da un altra hanno solo un unico riferimento che è in carcere. (CE) (Agenzia Fides, 11/06/2011)



AMERICA/ARGENTINA - Agenzia Aica: 55 anni di informazione al servizio della Chiesa in Argentina

Buenos Aires (Agenzia Fides) - L'Agencia Informativa Católica Argentina (AICA) compie oggi. 11 giugno, 55 anni di vita: da quando è stata istituita non ha mai interrotto il suo servizio di informazione. Istituita dalla Conferenza Episcopale come opera della Chiesa in Argentina, svolge la sua funzione mediante un servizio informativo cattolico adesso quotidiano, che presenta eventi nazionali e internazionali. Una sintesi viene inviata ogni giorno ad una serie di indirizzi email e molti lettori, a loro volta, distribuiscono le informazioni che ricevono.
Altri servizi dell'Agenzia sono: il bollettino settimanale stampato su carta; la diffusione dei documenti completi della Santa Sede, dei Vescovi e di altri organismi della Chiesa; il calendario dei Santi, la liturgia e gli anniversari più importanti; la Guida Ecclesiastica dell'Argentina, la cui ultima edizione è stata pubblicata alla fine del 2009 con 1.130 pagine; il sito web www.aica.org. (CE) (Agenzia Fides, 11/06/2011)



AMERICA/STATI UNITI - Catholic Charities dell'Illinois in causa contro lo stato per la violazione delle regole sulle adozioni

Chicago (Agenzia Fides) - I rappresentanti delle Catholic Charities di tre diocesi dell'Illinois (Springfield, Peoria e Joliet) hanno avviato una causa contro lo Stato, presso il tribunale della Contea di Sangamon, in seguito all'emanazione della legge sulle unioni civili del 1° giugno, che pone delle condizioni per le adozioni e promuove servizi di assistenza ai bambini. Lo "State of Illinois Religious Freedom Protection and Civil Unions Act", diventato legge il 1 giugno 2011, non consente alle agenzie che si occupano del benessere dei minori di limitare le loro adozioni e favorire le coppie eterosessuali sposate, anche nei casi in cui queste agenzie interagiscano con gruppi religiosi. Piuttosto che violare gli insegnamenti della Chiesa cattolica, le 3 diocesi, insieme a quella di Rockford che non ha fatto causa, hanno scelto di sospendere tutte le adozioni finanziate dallo Stato e promuovere sistemazioni assistite.
"I fautori del benessere dei minori sanno che è nel migliore interesse dei bambini dell'Illinois che l'organizzazione cattolica rimanga coinvolta in questo programma" ha detto il responsabile delle Catholic Charities della Diocesi di Springfield in un comunicato diffuso dalla Catholic News Agency. "E' assurdo ritenere accettabile il fatto di dover distruggere inutilmente la vita di migliaia di bambini vulnerabili" ha aggiunto.
I procuratori della Thomas More Society hanno tuttavia dichiarato che l'Illinois Human Rights Act esonera le agenzie religiose che si occupano di adozioni dalla legge sulle unioni civili, e che le coppie sposate civilmente sono libere di scegliere tra tante altre organizzazioni. Catholic Charities assiste migliaia di bambini e famiglie dal 1921 e gestisce circa il 20% delle adozioni e dei servizi assistenziali ai minori dell'Illinois. "Gli enti religiosi non devono tenere in considerazione lo stato di appartenenza quando si tratta di assistenza ai bambini e alle famiglie bisognose del paese" ha detto Tom Brejcha della Thomas More Society. "Catholic Charities ha il pieno diritto di continuare il suo impegno all'insegna dello spirito del Vangelo, rimanendo fedele ai principi della fede cattolica. Continueremo a proteggere le Catholic Charities nella loro missione di servizio sociale." (AP) (11/6/2011 Agenzia Fides)



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