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NOTIZIE AGENZIA FIDES 3 GIUGNO

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Messaggio  Admin Ven Giu 03, 2011 9:04 pm

EUROPA/SPAGNA - "Promuovere la Nuova Evangelizzazione nell'era digitale"

Madrid (Agenzia Fides) - In occasione della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali che in Spagna, come in diverse altre nazioni del mondo, si celebrerà domenica 5 giugno, solennità dell'Ascensione del Signore, la Commissione Episcopale per i mezzi di Comunicazione Sociale della Conferenza Episcopale Spagnola ha pubblicato un messaggio intitolato "Promuovere la Nuova Evangelizzazione nell'era digitale", di cui è pervenuta copia all'Agenzia Fides.
I Vescovi spagnoli richiamano il Messaggio del Santo Padre per questa circostanza, sottolineandone i punti più significativi: "Nel suo insegnamento Benedetto XVI fa una lucida analisi delle conseguenze positive e negative che nella vita dei singoli e della società sta assumendo l'uso sempre più diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, soprattutto le reti sociali online da parte dei giovani". Dopo aver sottolineato la necessità di preservare i rapporti e le relazioni dirette, l'attenzione del Papa si rivolge alla necessità di evangelizzare il mondo digitale, per annunciare, anche in un mondo secolarizzato come quello attuale, il primato di Dio e che Dio è la condizione perché l'uomo raggiunga la sua pienezza.
Tale compito interessa tutti gli ambiti di azione dei cattolici, comprese le reti sociali e i mezzi di comunicazione più moderni, attraverso la promozione della Nuova Evangelizzazione. "Per realizzare la Nuova Evangelizzazione, che ricostruisca e rivitalizzi il tessuto cristiano della società spagnola, la comunità cattolica ha bisogno oggi più che mai di mezzi e professionisti della comunicazione con una chiara identità cattolica per restituire alla religione la sua presenza nello spazio pubblico". Per questo impegnativo compito, i Vescovi spagnoli chiedono l'intercessione del Beato Papa Giovanni Paolo II, che non solo è "un intercessore qualificato degli operatori della comunicazione, ma è un eccellente modello di comunicatore cristiano... durante il suo pontificato ha lavorato per trovare nei media un posto per Dio, per il Vangelo, per la Chiesa, e anche un posto per i media, per le comunicazioni sociali nella Chiesa".
Il Messaggio dei Vescovi spagnoli si conclude con il ricordo e la preghiera "per i giornalisti morti violentemente nell'esercizio della loro professione per trasmettere la verità e difendere il diritto all'informazione", con il sostegno ai giornalisti cristiani e a tutti i professionisti del settore, ed esporimendo la vicinanza a quelli disoccupati o con lavoro precario. (SL) (Agenzia Fides 3/06/2011)

Links:
Il testo integrale del messaggio dei Vescovi, in spagnolo
http://www.fides.org/spa/documents/XLV_JORNADA_COMUNICACIONES_SOCIALES.doc



EUROPA/INGHILTERRA - Milioni di persone a rischio fame a causa del caro prezzi degli alimenti

Londra (Agenzia Fides) - Secondo un rapporto dell'ong inglese Oxfam, entro il 2030 il cibo costerà il doppio. Il mais potrebbe aumentare del 180% e nel mondo ci saranno sempre più rivolte e "guerre del pane". L'allarme dell'Oxfam, che analizza la volatilità dei prezzi dei principali beni alimentari negli ultimi mesi, evidenzia che il prezzo globale dei cereali ha registrato un aumento del 71%, raggiungendo un nuovo record nel mese di aprile. La ricerca prevede che i prezzi dei beni alimentari di base potrebbero gettare nella povertà milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo, dove la spesa per l'alimentazione incide sull'80% del reddito. "Nonostante il boom economico degli ultimi vent'anni - si legge nel documento - in India ci sono 65 milioni in più di affamati, mentre gli Stati Uniti continuano a utilizzare il 15% del mais prodotto a livello mondiale per ottenere biocarburanti". A influire sull'aumento dei prezzi sono diversi fattori, dalla corsa alla produzione ! di biocarburanti che sottrae terre alla produzione alimentare, all'impoverimento delle risorse naturali a causa dell'eccessivo sfruttamento, ai cambiamenti climatici, al dominio di poche aziende nel mercato alimentare. Già lo scorso mese la Banca Mondiale aveva avvisato che l'aumento dei prezzi dei beni alimentari ha spinto nella povertà 44 milioni di persone negli ultimi mesi. (AP) (3/6/2011 Agenzia Fides)



AFRICA/TUNISIA - "Gli eritrei accolti a Choucha sono stanchi di aspettare" dice a Fides l'Arcivescovo di Tunisi

Tunisi (Agenzia Fides) - "I rifugiati accolti nel campo di Choucha iniziano a stancarsi della lunga attesa per avere lo status di rifugiato e poter quindi lasciare questa situazione precaria" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Maroun Elias Lahham, Arcivescovo di Tunisi. Nel campo di Choucha, a circa 25 km dalla città di Ras Ajdir, in Tunisia, nei pressi del confine con la Libia, vi sono stati scontri tra i rifugiati eritrei e quelli di origine sudanese, fuggiti dalla Libia a seguito delle note vicende belliche. In seguito la popolazione locale ha assalito il campo dopo una manifestazione di protesta indetta da alcuni rifugiati (vedi Fides 26/5/2011).
"La polizia tunisina ha rimpatriato i sudanesi che, d'altronde, non avevano diritto a richiedere lo status di rifugiato politico - prosegue Mons. Lahham -. Sono rimasti solo coloro che hanno questo diritto, la maggior parte dei quali sono eritrei. Ma le cose vanno per le lunghe per ottenere il permesso dalle autorità italiane. Queste persone sono stanche di aspettare: non possono rientrare in Eritrea, sanno di avere diritto allo status di rifugiato ma vivono da mesi nei campi profughi. Anche la popolazione tunisina inizia ad essere snervata da questa situazione perché offrire da mangiare e da bere per mesi a migliaia di persone è un po' dura, tenendo presente che stiamo uscendo da un vero e proprio 'tsunami' politico. La Chiesa cattolica è presente nel campo. In particolare vi presta la sua opera p. Sandro de Pretis che conosce bene l'eritreo perché ha lavorato in Eritrea, ed è in costante contatto con me" conclude Mons. Maroun Lahham. (L.M.) (Agenzia Fides 3/6/2011)



AFRICA/CONGO RD - Inaugurato il primo ospedale di Kamanyola, dono della famiglia del missionario che lo aveva progettato

Kinshasa (Agenzia Fides) - "La diocesi di Uvira, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, ha inaugurato il 30 maggio, nella gioia, nell'allegria e nel rendimento di grazie al Signore, il suo primo ospedale": lo comunica all'Agenzia Fides don Etienne Esube, Segretario-Cancelliere diocesano. "La nuova struttura - scrive don Esube - la prima di questo genere, è collocata presso la parrocchia Mater Ecclesiae di Kamanyola (a 80 km dall'Episcopio di Uvira), ed ha un'ampiezza di 17 ettari".
L'ospedale è un dono a titolo gratuito della famiglia di p. Giuseppe Crippa, dei Missionari Saveriani di Parma, morto nell'ottobre 2009, nel momento in cui avviava i lavori per la costruzione del futuro ospedale (vedi Fides 18/12/2009). Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato Sua Ecc. Mons. François-Xavier Maroy Rusengo, Arcivescovo di Bukavu e Amministratore Apostolico di Uvira, la sorella di padre Crippa, la Superiora Generale delle Suore Francescane di Nostra Signora del Monte (rientrate ad Uvira dopo essere state costrette a lasciarla a causa della guerra del 1996 e che presteranno servizio nell'ospedale), il Superiore regionale dei Missionari Saveriani di Parma, diversi sacerdoti di Uvira e di Bukavu, le autorità civili.
La nuova struttura è composta da 5 edifici principali e 7 secondari. L'ospedale inoltre si trova alla congiunzione tra Repubblica Democratica del Congo, Rwanda e Burundi. Vista la sua importanza, la struttura ha ricevuto numerose donazioni. In particolare il governo congolese ha fornito un lotto di medicinali, apparecchiature radiografiche e per l'ecografia, diverse sedie a rotelle. Il Capo dello Stato ha offerto un contributo per la creazione di un fondo per il sostegno della struttura sanitaria.
Dopo la cerimonia di inaugurazione, le delegazioni si sono recate a 17 km da Kamanyola per visitare il Centro di Sviluppo Comunitario di Kiringye, un'altra opera della diocesi di Uvira, dove viene prodotto il riso padi e arachidi e le cui turbine forniscono l'energia elettrica all'officina per la produzione di olio, che ha ripreso da poco le sue attività dopo i danni subiti nelle guerre del 1996 e del 1998. "Questi avvenimenti si iscrivono nel quadro della rinascita che a poco a poco interessa la diocesi di Uvira, che si appresta a celebrare il giubileo d'oro a partire dal 16 aprile 2012" conclude don Esube. (L.M.) (Agenzia Fides 3/6/2011)



ASIA/PAKISTAN - "Bandite la Bibbia, libro blasfemo": nuovo attacco di radicali islamici contro i cristiani

Karachi (Agenzia Fides) - Il partito islamico radicale Jamiat Ulema-e-Islam ha inoltrato un ricorso alla Corte Suprema del Pakistan e ha lanciato una campagna di sensibilizzazione chiedendo di vietare la circolazione della Bibbia, definita "libro pornografico" e "blasfemo". Si tratta di un nuovo attacco alla comunità cristiana in Pakistan, impaurita per gli attacchi e le minacce subite dopo l'eliminazione di Bin Laden, e già sotto scacco per gli effetti nefasti della legge sulla blasfemia, che punisce con la pena di morte chi insulta il Corano o il Profeta Maometto. Il gruppo radicale Jamiat Ulema-e-Islam, con quartier generale a Karachi, ha lanciato la campagna in una conferenza pubblica. Secondo il leader del gruppo, Abdul Rauf Farooqi, alcuni passaggi della Bibbia descrivono come "viziosi e immorali" personaggi che i musulmani considerano profeti.
"E' una mossa che potrebbe alimentare l'odio religioso contro i cristiani. E' una minaccia alla convivenza pacifica, un attacco al cuore della nostra fede" dice sconcertato a Fides p. Saleh Diego,
che presiede la "Commissione Giustizia e Pace" nell'arcidiocesi di Karachi. "Come cristiani siamo già molto deboli e sottoposti alle pressioni per la iniqua legge sulla blasfemia. Questi gruppi radicali vogliono cancellarci del tutto. Certo, sono solo dei gruppi minoritari, e auspichiamo che si levino voci di leader musulmani moderati per fermare questa campagna di odio" rimarca.
"La nostra risposta, come cristiani in Pakistan, già nel mirino, non può essere che quella di ribadire l'urgenza del dialogo e del rispetto di tutti i simboli religiosi e dei libri sacri, di tutte le religioni. Ma ci aspettiamo che, a livello internazionale, possa nascere una risposta più forte e decisa, che ci sostenga" conclude p. Diego, chiedendo una mobilitazione dei cristiani e delle istituzioni internazionali per fermare la campagna contro la Bibbia. (PA) (Agenzia Fides 3/6/2011)



ASIA/NEPAL - La Chiesa chiede piena libertà religiosa (e di conversione) per il bene del paese

Kathmandhu (Agenzia Fides) - La difesa della piena libertà religiosa e dell'architettura laica dello stato sono essenziali oggi in Nepal. Il pericolo è l'approvazione di un nuovo Codice Penale che proibisca le "conversioni religiose": lo afferma in una intervista all'Agenzia Fides, padre K.B. Silas Bogati, Direttore esecutivo della Caritas Nepal. P. Silas proviene da una famiglia indù, ha incontrato Cristo nella sua vita e ha scoperto la vocazione sacerdotale al servizio dei fratelli. Per questo, parlando a Fides, commenta il recente progetto di un nuovo Codice Penale che intende proibire la "conversione da una fede a un'altra", e rimarca che le priorità per la Chiesa in Nepal sono l'impegno nel settore dell'istruzione e il servizio gratuito al prossimo.

P. Bogati, ci parli della sua conversione...

Vengo da una famiglia indù. Nell'adolescenza mi sono interrogato sul senso della vita e un giorno ho ascoltato il passo del Vangelo di Giovanni (Gv 3,16): 'Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna'. Fu un messaggio liberante per me, mi ha toccato il cuore e mi ha fatto scoprire Gesù Cristo. Dopo un cammino di discernimento ho scelto la fede cattolica e poi, grazie alla testimonianza di numerosi sacerdoti e suore, ho avvertito la chiamata a dedicare tutta la mia vita al servizio del prossimo. Oggi il mio lavoro è testimoniare l'amore di Dio attraverso l'impegno nella Caritas Nepal.

Quale è il suo giudizio sulla proposta di un nuovo Codice Penale?

L'articolo 160 del nuovo Codice Penale, che sarà esaminato dal Parlamento, va contro la libertà di coscienza e di religione. Ne chiediamo l'immediata cancellazione. L'articolo vieta qualunque atto che possa indurre una persona a convertirsi da una comunità o da una fede tradizionale a un'altra, con pene pecuniari e carcere fino a 5 anni. Se fosse approvato, predicare Cristo nel paese potrebbe diventare un reato. La libertà religiosa è fondamentale per il bene del paese. Come cristiani intendiamo contribuire a costruire uno stato laico, che la rispetti pienamente. Con questa legge in vigore, io non sarei stato qui.

Quali sono le priorità per la Chiesa nel paese?

La Chiesa nepalese è tradizionalmente molto impegnata nel campo dell'istruzione: furono i Gesuiti a introdurre in Nepal, 50 anni fa, l'istruzione in lingua inglese. Oggi la Chiesa gestisce 31 scuole e in tal modo contribuisce alla crescita delle nuove generazioni. E' un nostro campo di impegno prioritario. Poi c'è il servizio sociale e caritativo: la Caritas è presente in 58 dei 75 distretti del paese con programmi di sicurezza alimentare, di promozione umana, sociale ed economica, nel sostegno ai bambini o agli agricoltori. Un settore speciale di impegno è la lotta al traffico di bambini e di donne, fiorente in Nepal, specie verso il Medio Oriente, per la presenza di bande criminali con legami internazionali.

Come si svolge il vostro lavoro quotidiano alla Caritas?

Siamo 7.800 cattolici in un paese di olter 29 milioni di abitanti, a maggioranza indù. Il nostro lavoro è testimoniare l'amore di Dio, cercando di raggiungere e fare del bene a migliaia di persone. Siamo presenti, come Caritas, soprattutto a servizio dei poveri e dei sofferenti: quando c'è un disastro naturale o assistendo chi ha difficoltà a sopravvivere o gli sfollati. Questo è il modo con cui diciamo ai nepalesi: 'Cristo vi ama'. Come Cristo ha amato i poveri e i bisognosi, così fa la Chiesa in Nepal. E' il nostro modo di evangelizzare. Non è una evangelizzazione diretta, ma tutti sanno che siamo cristiani e in nome di chi svolgiamo il nostro servizio, e molti ci chiedono di conoscere la nostra fede.

Come è oggi la situazione politica in Nepal?

La situazione politica e sociale è segnata da instabilità e incertezza. Non si è ancora riusciti ad approvare la nuova Costituzione, in discussione da mesi, per il clima generale di instabilità politica. I leader politici, di tutti i partiti, sembrano cercare solo il potere e il proprio tornaconto personale, senza guardare l'interesse vero dei cittadini e il bene comune. Come Chiesa, pur esigua minoranza, teniamo alti, con voce profetica, i valori della giustizia, della pace, dell'urgenza di un buon governo, dell'armonia interreligiosa, cercando di dare voce a chi non ha voce. (PA) (Agenzia Fides 3/6/2011)



ASIA/INDIA - Le reliquie di don Bosco nella diocesi del Vescovo "candidato al Nobel per la pace"

Guwahati (Agenzia Fides) - Preghiere, pellegrinaggi, veglie per la pace hanno caratterizzato il programma della visita delle spoglie di San Giovanni Bosco nella diocesi di Guwahati, nello stato di Assam, in India nordorientale. Le reliquie - che hanno sostato nella diocesi di Guwahati dal 29 maggio al 2 giugno - sono arrivate in India il 29 aprile e visiteranno diversi stati indiani fino al 30 novembre 2011. A Guwahati l'evento è stato occasione per rilanciare un messaggio di pace e di riconciliazione nel territorio e in tutta l'India nordorientale, segnata da tensioni sociali e politiche: l'Arcivescovo locale, Mons. Thomas Menamparampil SDB, proprio per la sua opera di grande pacificatore e di mediatore nei conflitti locali, è stato proposto di recente per la candidatura al Premio Nobel per la Pace.
Come riferisce a Fides la Chiesa locale, le spoglie del Santo sono state accolte negli istituti salesiani presenti nel territorio. Il "Don Bosco Institute of Management" ha organizzo una veglia di preghiera ininterrotta per 24 ore (fra il 30 e il 31 maggio), e tutta la popolazione della diocesi, cristiani e non cristiani, ha potuto gioire e fermarsi in preghiera. Soprattutto i giovani hanno goduto per la speciale opportunità: "Don Bosco - dice a Fides Sara Impana, allieva delle scuole salesiane - ci ricorda che nella vita possimo essere migliori. La sua presenza incoraggia noi giovani a fare sempre bene e a seguire grandi valori e ideali, è un grande sostegno per noi".
I missionari Salesiani giunsero in Assam nel 1922. Oggi la comunità salesiana in Assam è molto impegnata nel campo dell'istruzione dei giovani, della sanità, dello sviluppo socio-economico. Le reliquie di Don Bosco stanno compiendo un pellegrinaggio nei i cinque continenti, avviato in occasione del 150° anniversario di fondazione dei Salesiani. (PA) (Agenzia Fides 3/6/2011)



ASIA/HONG KONG - Le comunità parrocchiali hanno concluso il Mese Mariano

Hong Kong (Agenzia Fides) - Le parrocchie della diocesi di Hong Kong hanno concluso il Mese Mariano con la solenne processione mariana, la celebrazione eucaristica e la recita comunitaria del rosario. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), la parrocchia di S. Giuseppe ha concluso il mese mariano la sera del 28 maggio, con la Messa solenne, la recita del rosario e la benedizione eucaristica. La parrocchia dedicata alla Madonna di Fatima ha vissuto con particolare intensità il mese dedicato alla Madonna, pregando ogni giorno per il mondo, per la Cina, per Hong Kong e per tutte le necessità del mondo intero. Alla celebrazione quotidiana si sono associate anche le comunità degli immigrati ad Hong Kong, soprattutto quella filippina. Culmine delle celebrazioni è stata la solenne processione mariana e della croce, cui hanno preso parte oltre mille fedeli, insieme a centinaia di aderenti alla Legio Mariae, che hanno così trasformato ! questa espressione della devozione mariana in una occasione di evangelizzazione. (NZ) (Agenzia Fides 03/06/2011)



AMERICA/VENEZUELA - Primo compleanno per Radio Natividad: evangelizzazione, crescita umana e spirituale

San Cristóbal (Agenzia Fides) - Con una settimana di programmi speciali, dal 3 al 10 giugno, Radio Natividad (FM 88.5), l'emittente radiofonica cattolica del Táchira, stato del Venezuela nella regione andina, festeggia il suo primo anniversario. Il 5 giugno 2010 ebbe infatti inizio il lavoro di evangelizzazione sfruttando le onde radio, con la diffusione di programmi dedicati alla crescita umana e spirituale, oltre che alla vita della Chiesa nel mondo, e in particolare alle informazioni riguardanti la diocesi di San Cristóbal de Venezuela. Don Jean Carlos Benítez Pérez, direttore di Radio Natividad, ha sottolineato che la grande famiglia della Natividad ha il sostegno di Mons. Mario del Valle Moronta Rodríguez, Vescovo della diocesi, e allo stesso modo, di amici e benefattori, che "nel silenzio, con la preghiera e il loro contributo, hanno permesso lo sviluppo di Radio Natividad e di www.radionatividad.com online, così da consentire che ogni giorno in misura maggiore il! popolo di Dio possa ricevere la buona novella di Gesù Cristo, il Salvatore".
Secondo le informazioni inviate all'Agenzia Fides dalla diocesi di San Cristóbal, la settimana di programmazione speciale dedicata al primo anniversario di Radio Natividad prevede gli interventi in studio di invitati, concorsi ed altre attività cui potranno partecipare bambini, giovani e famiglie. Tra queste l'iniziativa denominata "Il buon samaritano": gli ascoltatori potranno consegnare durante questa settimana le loro offerte in medicinali e strumentazioni mediche, alla sede della stazione radio, in seguito saranno distribuite ad alcuni centri sanitati della regione del Táchira. Sabato 4 giugno, nella Casa de Oración Virgen María de Jerusalén, sarà celebrata una Santa Messa di ringraziamento per questo primo anniversario della radio, e giovedì prossimo, 9 giugno, avrà luogo una giornata di adorazione eucaristica, dalle 7 del mattino alle 7 della sera. Giovedì 10 giugno infine è prevista una manifestazione culturale. (SL) (Agenzia Fides 3/6/2011)



AMERICA/MESSICO - "La lotta contro le droghe deve essere globale" ribadiscono i Vescovi

Città del Messico (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale del Messico (CEM) ha respinto la richiesta di alcuni leader latino americani di legalizzare il consumo della mariuana. "La lotta contro le droghe deve essere un impegno globale, non una azione unilaterale. Di conseguenza, se una nazione permette il consumo di una droga, tanta gente proveniente da altri paesi si sentirà libera di recarsi in quel paese, e lo Stato in causa non sarebbe in grado di affrontare i garvi problemi di salute che ne deriverebbero" ha dichiarato Sua Ecc. Mons. Carlos Aguiar Retes, Arcivescovo di Tlalnepantla e Presidente della CEM. Inoltre, ha aggiunto Mons. Retes, recentemente nominato Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM), legalizzare la mariuana in Messico in questo momento sarebbe oltretutto inopportuno, visto che il governo è impegnato a combattere il narcotraffico.
Durante una conferenza stampa nel corso della 91a Assemblea plenaria della CEM, il principale rappresentante della gerarchia cattolica messicana ha elogiato la lotta al narcotraffico avviata dal presidente Felipe Calderón. In un messaggio lanciato dalla CEM, i Vescovi del paese hanno espresso la loro preoccupazione di fronte "all'aumento dei gruppi criminali" e confermato il loro appoggio al governo per combatterli. Proprio in questi giorni The Global Commission on Drug Policy ha sollecitato l'adozione di modelli di legalizzazione e regolamentazione del consumo di droghe, "soprattutto mariuana", al fine di "annullare il potere delle organizzazioni criminali e dare sicurezza e salvaguardia alla salute dei cittadini". In un documento, la Commissione ha dichiarato che "la guerra contro le droghe non ne ha ridotto il consumo, ma ha riempito le carceri, costa milioni di dollari, ha aumentato la delinquenza organizzata e causato migliaia di morti". (AP) (3/6/2011 Agenzia Fides)



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