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NOTIZIE AGENZIA FIDES 26 MAGGIO

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Messaggio  Admin Gio Mag 26, 2011 9:16 pm

EUROPA/POLONIA - "Non abbiate paura di diventare santi": Congresso dell'Infanzia Missionaria di Czestochowa

Czestochowa (Agenzia Fides) - Sarà dedicato al beato Giovanni Paolo II il Congresso dell'Infanzia Missionaria dell'Arcidiocesi di Czestochowa che si svolgerà il 14 giugno presso il Santuario della Madonna del Santo Rosario a Myszków Mrzyglód, e avrà per tema proprio una famosa espressione di Papa Woityla: "Non abbiate paura di diventare santi". Secondo le informazioni inviate all'Agenzia Fides, al Congresso parteciperanno tutti i responsabili delle Pontificie Opere Missionarie dell'Arcidiocesi insieme al Direttore diocesano, don Jacek Gancarek. Saranno presenti i diversi gruppi dei giovani e dei bambini missionari: il volontariato missionario, gli animatori, i gruppi del Rosario, i gruppi delle POM delle diverse parrocchie e scuole dell'Arcidiocesi.
La Santa Messa di ringraziamento per la beatificazione di Giovanni Paolo II sarà presieduta da Sua Ecc. Mons. Stanislaw Nowak, Arcivescovo di Czestochowa. La liturgia sarà animata dal gruppo musicale Promyczki dobra ("I raggi della bontà"). Durante il Congresso sarà presentata la catechesi missionaria sul tema "Con Giovanni Paolo II impariamo a diventare santi" e verrà aperta la mostra dedicata alle missioni della Chiesa. In occasione del Congresso, il settimanale cattolico "Niedziela", nella sua edizione diocesiana, ha preparato del materiale dedicato all'Infanzia Missionaria con un'intervista a don Zbigniew Tra?a che ha lavorato in Zambia, intitolata "I bambini dell'Africa sono sempre insieme". (MF/SL) (Agenzia Fides 26/5/2011)



AFRICA/TUNISIA - Assalito campo di rifugiati dalla Libia: "occorre accelerare le procedure di accoglienza" dice il sacerdote che li assiste

Tunisi (Agenzia Fides) - "Sono arrivati i responsabili dell'UNHCR da Ginevra per cercare di gestire la situazione. Il problema è che se il governo tunisino non garantirà la sicurezza, un impegno che si è preso nel momento in cui ha autorizzato lo stabilimento del campo sul suo territorio, la situazione resterà esplosiva" dice all'Agenzia Fides don Mussie Zerai, sacerdote eritreo, Presidente dell'Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo, i cui membri assistono i rifugiati accolti nel campo di Choucha, a circa 25 km dalla città di Ras Ajdir, in Tunisia, nei pressi del confine con la Libia.
Il campo di Choucha accoglie circa 3.500 persone in condizioni precarie. Sono africani fuggiti nei mesi scorsi dalla Libia, a causa dello scoppio della guerra civile. Queste persone vivono nelle tende in mezzo al deserto, in un caldo terribile di giorno mentre di notte fa freddo. "Inizialmente c'era stato un movimento di solidarietà da parte dei tunisini nei confronti dei profughi, ma ogni cosa ha un limite, perché se questa situazione rischia di diventare cronica, la gente non è disposta ad accettarla. Non dico che vi sia stato disinteresse da parte degli organismi internazionali, ma si è agito con il contagocce per sanare una situazione che doveva essere provvisoria" denuncia il sacerdote.
"Le autorità tunisine hanno chiesto di accelerare le procedure per evacuare queste persone, sia per coloro che possono rientrare nel proprio Paese, sia per quelli che possono essere accolti da altre nazioni in quanto hanno lo status di rifugiato - dice don Zerai -. Ci deve essere una maggiore disponibilità da parte di quei Paesi che si erano dichiarati disponibili ad accogliere i rifugiati (Stati europei, Stati Uniti, Canada, Australia) ad aumentare le quote di rifugiati che possono essere accolti".
Don Zerai ricostruisce gli ultimi episodi di violenza. "All'interno del campo la tensione era salita quando un gruppo di sudanesi aveva tentato di abusare di una giovane eritrea. I suoi connazionali sono intervenuti in difesa della ragazza, scatenando così la reazione dei sudanesi. Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 maggio questi hanno appiccato il fuoco ad alcune tende degli eritrei, provocando la morte di 4 ragazzi". Il giorno seguente, 23 maggio, un gruppo di africani occidentali ospiti del campo, ha bloccato la strada che collega la Tunisia alla Libia, impedendo così il passaggio agli abitanti del luogo che si dovevano recare al lavoro e ai loro commerci. Così gli abitanti del villaggio nei pressi del campo lo hanno assalito, saccheggiando quello che potevano e dando fuoco alle tende dei rifugiati.
"Nel campo vi sono eritrei, etiopi, somali, sudanesi, nigeriani, ivoriani, senegalesi e di altri Paesi dell'Africa occidentale - spiega il sacerdote -. Sono state proprio le persone originarie dell'Africa occidentale a indire la manifestazione perché non è stata loro riconosciuta la facoltà di chiedere asilo in un Paese di accoglienza, visto che non hanno lo status di rifugiati, ma finora non gli è stata neanche data la possibilità di tornare in patria. Quindi si sono sentiti trascurati dalle istituzioni internazionali ed hanno voluto attirare l'attenzione sulla loro situazione". (L.M.) (Agenzia Fides 26/5/2011)



AFRICA/TUNISIA - Sono iniziate le procedure di rimpatrio degli africani fuggiti dalla Libia che non hanno diritto di asilo

Tunisi (Agenzia Fides) - "Ieri sera sono stati rimpatriati 350 sudanesi e questa sera verranno rimpatriate altre 250 persone di nazionalità sudanese, ciadiana e ivoriana. In pratica tutti quelli che non hanno diritto di asilo politico verranno espulsi nel loro Paese di origine" dice all'Agenzia Fides la dottoressa Alganesc Fessaha, un medico eritreo che assiste i rifugiati nel campo di Choucha a circa 25 km dalla città di Ras Ajdir, in Tunisia nei pressi del confine con la Libia. Oggi, 26 maggio, si tengono i funerali dei 4 eritrei morti nell'incendio appiccato da un gruppo di rifugiati di origine sudanese e nigeriana" dice la dottoressa Fessaha, che ricostruisce come si sono svolti gli eventi.
"C'era stato un primo tentativo di violenza nei confronti di una minorenne eritrea da parte di un sudanese. Gli eritrei sono intervenuti in sua difesa e poi l'UNHCR ha provveduto a inviare la ragazza in Romania. In seguito un altro sudanese ha cercato di abusare di una donna eritrea, maggiorenne, ed anche in questo caso sono intervenuti i suoi connazionali per difenderla. La stessa persona ha poi cercato di abusare di una terza donna. Alla fine è stato arrestato dopo che aveva minacciato di bruciare le tende degli eritrei. Qualche suo amico deve aver messo in atto le minacce, perché alle tre del mattino di domenica 22 maggio sono state bruciate 21 tende, compresa quella dove hanno trovato la morte i 4 eritrei". (L.M.) (Agenzia Fides 26/5/2011)



ASIA/SRI LANKA - Crimini di guerra e crimini contro l'umanità sui tamil: se ne discuterà all'Onu

Colombo (Agenzia Fides ) - Le pesanti accuse di "crimini di guerra" e "crimini contro l'umanità" ai danni delle popolazioni tamil dello Sri Lanka saranno oggetto di discussione, a partire dal 30 maggio, al Consiglio Onu dei Diritti Umani a Ginevra. Come riferito a Fides da Ong accreditate al Consiglio dell'Onu, le accuse sono contenute in un rapporto elaborato da un gruppo di osservatori delle Nazioni Unite, consegnato al Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki Moon, il quale lo ha sottoposto al Consiglio Onu di Ginevra. Il gruppo di esperti che ha elaborato il Rapporto, inviato all'Agenzia Fides, è composto da Marzuki Darusman (Indonesia), Steven Ratner (USA) e Yasmin Sooka (Sudafrica). I tre hanno iniziato il lavoro di ricerca, studio e ascolto di testimoni in Sri Lanka a settembre 2010, ultimandolo nel marzo 2011.
Il Rapporto conferma che la guerra civile, finita nel maggio 2009, ha prodotto oltre 40mila vittime fra la popolazione tamil, 300mila sfollati interni e gravi disagi e violazioni dei diritti umani per oltre 2,7 milioni di persone, che compongono la minoranza tamil dello Sri Lanka.
Il gruppo di lavoro ha visitato luoghi, città, campi profughi; ha parlato con leader militari, civili, delle Organizzazioni umanitarie. Il rapporto non esita a criticare anche l'atteggiamento stesso dell'Onu che, specialmente nell'ultima parte del conflitto, quella più violenta, "non ha fatto abbastanza per evitare vittime civili".
Il documento confuta la versione ufficiale del governo srilankese, che parla di "nessuna vittima civile", e porta "prove credibili" di "una serie di violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani, commesse dal governo dello Sri Lanka ma anche dai militanti tamil del LTTE (Liberation Tiger of tamil Eelam)".
In special modo, si fa riferimento all'ultima fase del conflitto civile (fra settembre 2008 e maggio 2009), con l'avanzata militare a tappe forzate nell'area di Vanni, che ha causato numerose vittime civili e oltre 330mila persone intrappolate in un'area di guerra aperta.
Le accuse di crimini di guerra e crimini contro l'umanità toccano il governo (omicidi, mutilazioni, stupri, torture, persecuzione razziale) e il LTTE, accusato di violenze, torture, lavoro forzato, reclutamento di bambini soldato, uccisione di civili. (PA) (Agenzia Fides 26/5/2011)



ASIA/PAKISTAN - La radio, mezzo per formare nuovi leader della società civile, antidoto ai fondamentalismi

Lahore (Agenzia Fides ) - Grazie alla radio, un mezzo di comunicazione molto diffuso e molto ascoltato dai giovani pakistani, è possibile formare nuovi leader della società civile, con idee moderate e democratiche, basate sul rispetto di valori e diritti universali, che saranno un antidoto al fondamentalismo religioso e all'estremismo ideologico che prendono piede, in modo preoccupante, nella società pakistana: è quanto affermato in un seminario, tenutosi nei giorni scorsi a Lahore, promosso da Radio Veritas in urdu e dal Centro di comunicazioni sociali cattolico "Rabita Manzil". Il Direttore di Radio Veritas e del Centro, P. John Shakir Nadeem, ha riferito a Fides che "la radio è una preziosa fonte di informazione, di notizie, di formazione delle idee, di guida e di istruzione. La radio ha giocato un ruolo essenziale nella storia del Pakistan". Per questo tutte le forze moderate nella società hanno il dovere di impegnarsi e di utilizzare a fondo tutte le potenzialità! di tale strumento. P. Nadeem spiega a Fides che "ci sono larghe aree del paese dove non vi sono altri mezzi di comunicazione, se non la radio. La radio è uno strumento chiave nella formazione dell'opinione pubblica ed è ancora il mezzo più potente ed efficace per parlare alle coscienze e alle menti dei pakistani, specialmente dei giovani, anche perché il 65% della società pakistana è composto da giovani sotto i 25 anni, grandi fruitori e ascoltatori delle radio".
Di recente è nato in Pakistan un network di radio "Radio Partnership for Peace", che accoglie oltre 100 stazioni radio pakistane - prima iniziativa del genere in Asia - unite per gli obiettivi espressi nel seminario. La Chiesa pakistana da sempre promuove, attraverso Radio Veritas in urdu, programmi basati su valori umani e cristiani, che intendono costruire la pace, l'armonia sociale e interreligiosa nel paese. (PA) (Agenzia Fides 26/5/2011)



ASIA/CINA - Terminati i restauri della chiesa della diocesi di Mei Zhou dedicata a Maria Ausiliatrice

Mei Zhou (Agenzia Fides) - Nel giorno della festa liturgica di Maria Ausiliatrice, il 24 maggio, oltre 700 fedeli hanno partecipato alla solenne inaugurazione, al termine dei lavori di restauro, della chiesa della diocesi di Mei Zhou, nella provincia di GuangZhou, dedicata all'Ausiliatrice. Secondo le informazioni pervenute all'Agenzia Fides, si tratta di una costruzione in legno, tipica dello stile cinese, che vanta oltre un secolo di vita. Sono stati numerosi i sacerdoti, le religiose e i fedeli di Hong Kong, che hanno contribuito a sostenere i lavori, venuti a partecipare alla festa ed a pregare insieme in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa in Cina, indetta da Benedetto XVI.
L'attuale diocesi di Mei Zhou era una missione dei sacerdoti delle Missioni Estere di Parigi (MEP). Venne istituita come Prefettura Apostolica di Jia Ying nel 1929, poì Vicariato Apostolico di Jia Ying nel 1935, elevato a diocesi nel 1946, l'anno dell'istituzione della gerarchia in Cina, con primo Vescovo Mons. Francis-Xavier Ford, dei missionari di Mary Knoll. E' divenuta diocesi di Mei Zhou nel 1981, secondo la nuova divisione amministrativa. In questa diocesi si trova anche il paese di origine del Card. J. B .Wu Cheng-Chung. Oggi la diocesi conta circa 40.000 fedeli, 8 sacerdoti, 42 tra parrocchie e stazioni missionarie. Inoltre le 6 religiose della Congregazione diocesana "Holy Mother Missionary Sisters" sono molto attive nella vita pastorale e missionaria. (NZ) (Agenzia Fides 26/05/2011)



ASIA/BANGLADESH - Dopo due anni le vittime del ciclone Aila hanno ancora bisogno di aiuti

Dhaka (Agenzia Fides) - Due anni dopo il passaggio del ciclone Aila, che ha distrutto la zona sud occidentale del Bangladesh, migliaia di sopravvissuti hanno ancora bisogno di tutto. Secondo il Bangladesh's Disaster Management Bureau, le persone colpite nel 2009 sono state 3.5 milioni, circa 200 i morti e 7 mila i feriti. "Purtroppo molte delle vittime non hanno ancora ricevuto l'assistenza di cui necessitano" riferisce il responsabile della ong locale Humanity Watch in un comunicato all'Agenzia IRIN. "Molti non sono ancora in grado di rientrare nelle loro case, e quelli che ci sono riusciti non hanno un reddito sufficiente che permetta loro di avere tre pasti al giorno" ha dichiarato il coordinatore nazionale delle emergenze di ActionAid. Secondo una recente indagine condotta da 10 agenzie internazionali, oltre 200 mila persone sono ancora in gravissime difficoltà, 50 mila devono ancora rientrare nelle proprie abitazioni e circa il 34% delle famiglie (oltre 108 mila pe! rsone) non hanno accesso all'acqua potabile. (AP) (26/5/2011 Agenzia Fides)



AMERICA/MESSICO - Preoccupazione nell'arcidiocesi di Tijuana per la scomparsa di un sacerdote

Tijuana (Agenzia Fides) - L'Arcidiocesi di Tijuana ha espresso la sua preoccupazione per la scomparsa del sacerdote diocesano Salvador Ruiz Enciso. Nel comunicato, di cui è pervenuta copia all'Agenzia Fides, che è firmato dal sacerdote Antonio Beltrán Coronado, responsabile della Pastorale dei media dell'Arcidiocesi di Tijuana, è scritto: "Sua Eccellenza l'Arcivescovo Metropolita, Mons. Rafael Romo Muñoz, i sacerdoti e tutti i fedeli della comunità cattolica dell'arcidiocesi di Tijuana sono preoccupati per la scomparsa del sacerdote Salvador Ruiz Enciso, parroco della parrocchia Divino Rostro de Jesus. Non conosciamo le cause e le ragioni della sua scomparsa, ma abbiamo fiducia nelle indagini avviate dalle autorità. Padre Salvador si è sempre distinto come un uomo integro, semplice e dedito al suo ministero. Ringraziamo per l'interesse e le preghiere per questo nostro fratello sacerdote, ed attendiamo di sentire al più presto sue notizie."
La responsabile della procura di Tijuana, Martha Imelda Almanza Topete, ha confermato l'inizio delle indagini e delle ricerche del sacerdote che, secondo i fedeli della parrocchia, è stato visto per l'ultima volta la sera di domenica scorsa, 22 maggio. Il sacerdote è parroco al Divino Rostro de Jesus da cinque anni e, secondo la stampa locale, è sempre stato una persona di grande disponibilità. E' diventato popolare nella zona per aver promosso la "Messa della famiglia", durante la quale si serviva di alcuni burattini, da lui stesso maneggiati con destrezza, per spiegare il Vangelo in modo comprensibile ai più piccoli. (CE) (Agenzia Fides, 26/05/2011)



AMERICA/PERU' - "Condividere la fede e i beni materiali con i bambini del mondo"

Cusco (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica in Perù celebrerà domenica prossima, 29 maggio, la Giornata dell'Infanzia Missionaria, la festa dei bambini cristiani che vivono con gioia il dono della fede e pregano perché la luce di Gesù raggiunga tutti i bambini del mondo. Nell'Arcidiocesi di Cusco, il responsabile delle Pontificie Opere Missionarie, padre Antonio Arias Cruz, ha preparato la Giornata insegnando ai bambini ad avere una coscienza missionaria universale e di solidarietà, incoraggiandoli a condividere la loro fede, l'amore, la speranza e i beni materiali, con i bambini senza casa e abbandonati in Perù e in tutto il mondo. Il sacerdote - tramite il bollettino della Conferenza Episcopale peruviana inviato all'Agenzia Fides - ha spiegato che il ricavato della raccolta di questa Giornata dell'Infanzia Missionaria, realizzato attraverso le donazioni dei singoli, sarà inviata alla Santa Sede per aiutare il lavoro missionario di Papa Benedetto XVI a favore dei bamb! ini più bisognosi del mondo. (CE) (Agenzia Fides, 26/05/2011)



AMERICA/REP. DOMINICANA - La grave epidemia di colera continua a contagiare migliaia di abitanti dell'isola

Santo Domingo (Agenzia Fides) - Desta allarme in tutta la Repubblica Dominicana la grave epidemia di colera che sta colpendo interi quartieri dell'isola caraibica. L'Arcivescovo di Santo Domingo, il Cardinale Nicolás de Jesús López Rodríguez, ha lanciato un appello a tutte le Chiese, ai diversi settori della società e al Governo perché si uniscano in una campagna di prevenzione contro questa irrefrenabile pandemia che continua a causare centinaia di morti. Il Cardinale ha affermato che "se si desidera un paese sano, tutti i settori devono lottare per la sua salute". In un altro contesto, il Porporato ha sottolineato che il disordine sociale è la causa principale della violenza che colpisce il paese e ha messo in rilievo la necessità di unità tra tutti i settori, comprese le Chiese, per promuovere l'educazione, a partire dalle famiglie, con l'obiettivo di far rientrare questo flagello.
Secondo il quotidiano locale Diario Libre i focolai di colera si sono sviluppati nel Distretto Nazionale, nelle province di Santo Domingo, Elías Piña, San Pedro de Macorís, nei municipi El Cercado, San Juan de la Maguana e La Canela, di Santiago, e tra quelli più vulnerabili e poveri come La Ciénega, Los Guandules, La Puya, La Barquita, Gualey, Sabana Perdida, Capotillo, e María Auxiliadora. La malattia non dà tregua nonostante siano state ampliate le misure preventive. Bambini ed anziani sono ancora una volta le categorie più esposte al contagio. Il batterio da Haiti si è diffuso nella Repubblica Dominicana, dove si è trasformato in epidemia, causando la morte di 5.234 persone. A causa delle precarie condizioni igienico sanitarie nelle quali vivono le popolazioni di questi paesi, si presume che il colera possa durare molti anni, anche per lo scarso monitoraggio da parte delle autorità. Il timore di contagi continua ad aumentare, nonostante il Ministero della Sanità locale! abbia incrementato le diagnosi e le cure mettendo a disposizione centri sanitari per la reidratazione orale. Anche se non tutti i casi che presentano un quadro diagnostico diarroico possono essere colera, ma ameba o altri batteri o virus, le acque nere causano la dispersione di feci contaminando l'ambiente. Ogni volta che piove centinaia di case vengono inondate dalle acque sporche. In vari distretti della capitale sono stati allestiti ricoveri per le persone contagiate o sospette di contagio. I pazienti continuano ad aumentare, solo nella giornata di ieri ne sono stati ricoverati 26 nell'ospedale della capitale Luis Eduardo Aybar, di cui 10 bambini tra 1 e 11 anni di età. Altri nove ricoveri al Francisco Moscoso Puello, sei nel Santo Socorro; sette presso la clinica ostetrica San Lorenzo de Los Mina e 28 casi sospetti di bambini; oltre a 16 nel centro medico Marcelino Vélez. (AP) (26/5/2011 Agenzia Fides)



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