Video intervista a fra Gianluigi Marcassoli, missionario in Costa d'Avorio
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Video intervista a fra Gianluigi Marcassoli, missionario in Costa d'Avorio
FONTE: MISSIONARI CAPPUCCINI
Dalle parole di fra Gianluigi Marcassoli, che assieme ai confratelli è stato un testimone oculare delle guerre che hanno minato la Costa d’Avorio, riviviamo i principali accadimenti che si sono susseguiti dalle elezioni presidenziali dell’ottobre 2010 ad oggi.
Alla fine del 2010 per fuggire dalle paure della guerra, la maggior parte della popolazione delle regioni di Zouan-Hounien e di Toulepleu è fuggita in Liberia oppure si è rifugiata nella foresta.
Nemmeno le grandi ONG internazionali hanno potuto far fronte a questa grave emergenza umanitaria perché il territorio era dichiarato “zona rossa” dal PAM (Programma Alimentare Mondiale) e la presenza in quell’area era considerata troppo pericolosa.
Allora noi Frati Cappuccini ci siamo resi disponibili a distribuire il cibo in quelle due grandi province e grazie all’incoraggiamento derivato dalla nostra continua presenza, i capi famiglia hanno iniziato progressivamente a far ritorno nei propri villaggi, seguiti successivamente dalle mogli e dai figli.
Contro ogni aspettativa, i villaggi si ripopolavano rapidamente e, ciò che più importa, venivano scongiurate altre realtà di malattia, miserie e guerriglia.
Dalle parole di fra Gianluigi Marcassoli, che assieme ai confratelli è stato un testimone oculare delle guerre che hanno minato la Costa d’Avorio, riviviamo i principali accadimenti che si sono susseguiti dalle elezioni presidenziali dell’ottobre 2010 ad oggi.
Alla fine del 2010 per fuggire dalle paure della guerra, la maggior parte della popolazione delle regioni di Zouan-Hounien e di Toulepleu è fuggita in Liberia oppure si è rifugiata nella foresta.
Nemmeno le grandi ONG internazionali hanno potuto far fronte a questa grave emergenza umanitaria perché il territorio era dichiarato “zona rossa” dal PAM (Programma Alimentare Mondiale) e la presenza in quell’area era considerata troppo pericolosa.
Allora noi Frati Cappuccini ci siamo resi disponibili a distribuire il cibo in quelle due grandi province e grazie all’incoraggiamento derivato dalla nostra continua presenza, i capi famiglia hanno iniziato progressivamente a far ritorno nei propri villaggi, seguiti successivamente dalle mogli e dai figli.
Contro ogni aspettativa, i villaggi si ripopolavano rapidamente e, ciò che più importa, venivano scongiurate altre realtà di malattia, miserie e guerriglia.
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