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NOTIZIE AGENZIA FIDES 19 MAGGIO

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Messaggio  Admin Gio Mag 19, 2011 9:47 pm

VATICANO - Benedetto XVI all'udienza generale: "La Chiesa in Cina, soprattutto in questo momento, ha bisogno della preghiera della Chiesa universale"

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Al termine dell'udienza generale di mercoledì 18 maggio, tenuta in piazza San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI ha invitato alla preghiera per la Chiesa che è in Cina, con queste parole: "Durante il tempo pasquale, la liturgia canta a Cristo risorto dai morti, vincitore della morte e del peccato, vivo e presente nella vita della Chiesa e nelle vicende del mondo. La Buona novella dell'Amore di Dio manifestatosi in Cristo, Agnello immolato, Buon Pastore che dà la vita per i suoi, si espande incessantemente fino agli estremi confini della terra e, al tempo stesso, incontra rifiuto ed ostacoli in tutte le parti del mondo. Come allora, ancora oggi, dalla Croce alla Risurrezione. Martedì, 24 maggio, è giorno dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, venerata con grande devozione nel Santuario di Sheshan a Shanghai: tutta la Chiesa si unisce in preghiera con la Chiesa che è in Cina. Là, come altrove,! Cristo vive la sua passione. Mentre aumenta il numero di quanti Lo accolgono come il loro Signore, da altri Cristo è rifiutato, ignorato o perseguitato: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" (At 9, 4). La Chiesa in Cina, soprattutto in questo momento, ha bisogno della preghiera della Chiesa universale. Invito, in primo luogo, tutti i cattolici cinesi a continuare e a intensificare la propria preghiera, soprattutto a Maria, Vergine forte. Ma anche per tutti i cattolici del mondo pregare per la Chiesa che è in Cina deve essere un impegno: quei fedeli hanno diritto alla nostra preghiera, hanno bisogno della nostra preghiera.
Sappiamo dagli Atti degli Apostoli che, quando Pietro era in carcere, tutti hanno pregato con forza e hanno ottenuto che un angelo lo liberasse. Anche noi facciamo lo stesso: preghiamo intensamente, tutti assieme, per questa Chiesa, fiduciosi che, con la preghiera, possiamo fare qualcosa di molto reale per essa. I cattolici cinesi, come hanno detto molte volte, vogliono l'unità con la Chiesa universale, con il Pastore supremo, con il Successore di Pietro. Con la preghiera possiamo ottenere per la Chiesa in Cina di rimanere una, santa e cattolica, fedele e ferma nella dottrina e nella disciplina ecclesiale. Essa merita tutto il nostro affetto.
Sappiamo che, fra i nostri fratelli Vescovi, ci sono alcuni che soffrono e sono sotto pressione nell'esercizio del loro ministero episcopale. A loro, ai sacerdoti e a tutti i cattolici che incontrano difficoltà nella libera professione di fede esprimiamo la nostra vicinanza. Con la nostra preghiera possiamo aiutarli a trovare la strada per mantenere viva la fede, forte la speranza, ardente la carità verso tutti ed integra l'ecclesiologia che abbiamo ereditato dal Signore e dagli Apostoli e che ci è stata trasmessa con fedeltà fino ai nostri giorni. Con la preghiera possiamo ottenere che il loro desiderio di stare nella Chiesa una e universale superi la tentazione di un cammino indipendente da Pietro. La preghiera può ottenere, per loro e per noi, la gioia e la forza di annunciare e di testimoniare, con tutta franchezza e senza impedimento, Gesù Cristo crocifisso e risorto, l'Uomo nuovo, vincitore del peccato e della morte.
Con tutti voi chiedo a Maria di intercedere perché ognuno di loro si conformi sempre più strettamente a Cristo e si doni con generosità sempre nuova ai fratelli. A Maria chiedo di illuminare quelli che sono nel dubbio, di richiamare gli smarriti, di consolare gli afflitti, di rafforzare quanti sono irretiti dalle lusinghe dell'opportunismo. Vergine Maria, Aiuto dei cristiani, Nostra Signora di Sheshan, prega per noi!". (SL) (Agenzia Fides 19/05/2011)



EUROPA/ITALIA - A 150 anni dalla morte di S. Eugenio de Mazenod, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata

Roma (Agenzia Fides) - Si svolgeranno il 21 e 22 maggio, presso il Santuario del Divino Amore a Roma, le celebrazioni italiane per il 150° anniversario della morte di mons. Eugenio de Mazenod, Vescovo di Marsiglia e fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI). Mons. de Mazenod nacque ad Aix en Provence il 1 agosto 1782 e morì a Marsiglia il 21 maggio 1861. Fu Vescovo di Marsiglia e fondò i Missionari Oblati di Maria Immacolata, famiglia religiosa che conta attualmente 4.100 membri in 67 nazioni del mondo. E' stato canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 3 dicembre 1995.
Il programma dei due giorni di celebrazioni italiane prevede testimonianze sulla figura di S. Eugenio, l'intervento di p. Nicola Parretta, Superiore provinciale OMI d'Italia e di p. Fabio Ciardi, teologo ed esperto della vita del De Mazenod e del carisma oblato. Da segnalare anche la rappresentazione di un'opera musicale su Eugenio de Mazenod che prende il titolo dal vento della Provenza, "Mistral", che ben sottolinea l'epoca della Rivoluzione in cui visse il fondatore degli OMI e anche il suo carattere passionale, e l'espozione di un ciclo pittorico dedicato a S. Eugenio. (SL) (Agenzia Fides 19/05/2011)



EUROPA/SVIZZERA - Assemblea Mondiale della Sanità: necessaria una vera solidarietà globale, in cui i Paesi ad alto reddito non facciano solo promesse, ma mantengano realmente i loro impegni per l'assistenza allo sviluppo

Ginevra (Agenzia Fides) - "Nonostante i progressi compiuti in alcuni Paesi, nel complesso siamo ancora molto lontani da una copertura sanitaria universale. Siamo in una fase di stallo nello status quo, ove i ricchi godono di più alti livelli di copertura, che manca invece alla maggior parte delle persone povere, mentre quelle che hanno accesso spesso devono sostenere costi elevati, a volte disastrosi, nel pagamento di servizi e medicine". Lo ha sottolineato l'Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, intervenendo il 18 maggio, come Capo della Delegazione della Santa Sede, alla 64.ma Assemblea Mondiale della Salute, in corso a Ginevra. Richiamando la preoccupazione espressa dal Papa "per i milioni di persone che non hanno accesso ai servizi sanitari", l'Arcivescovo ha lanciato l'appello per "una vera solidarietà globale, in cui i Paesi ad alto reddito non soltanto promettano, ma effettivamente soddisfino i loro impegni ! in materia di assistenza allo sviluppo". La solidarietà tra Nazioni ricche e povere, al fine di garantire l'accesso universale alle cure mediche, non può essere sottovalutata, ha proseguito Mons. Zimowski, ed ha ribadito l'appello di Papa Benedetto XVI "alla cooperazione della famiglia umana".
Per quanto riguarda il Piano Strategico dell'OMS per l'HIV 2011-2015, la Santa Sede apprezza l'accento posto sull'eliminazione delle nuove infezioni da HIV nei bambini, fino ad oggi rimasti indietro rispetto ai progressi compiuti nel trattamento degli adulti. Tuttavia l'Arcivescovo ha voluto sottolineare "l'importanza della formazione per cambiare i comportamenti umani e per una vita responsabile come elementi chiave della campagna di prevenzione".
Infine il Capo Delegazione ha espresso apprezzamento per "l'attenzione alla prevenzione e al controllo delle malattie non trasmissibili e degli stili di vita, al fine di ridurre la mortalità precoce e migliorare la qualità della vita". Si è quindi appellato alla comunità internazionale "affinché incoraggi il trasferimento del sapere in materia di misure e strumenti per la prevenzione degli incidenti nei bambini ai Paesi a basso e medio reddito, dove si verifica il 95 % dei decessi dei minori a seguito di infortuni, e contribuisca altresì a migliorare i servizi assistenziali di emergenza e di riabilitazione per gli infortuni non mortali in questi ambienti in cui, tra le altre cose, lunghe guerre civili aumentano drasticamente l'incidenza di infortuni nei bambini e le vittime finiscono in centri che spesso non hanno i mezzi e le risorse per prendersi cura delle vittime." (S.L.) (Agenzia Fides 19/05/2011)



AFRICA/CONGO RD - La RDC verso le elezioni di novembre, tra luci ed ombre

Kinshasa (Agenzia Fides) - La Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) della Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha reso pubblico il calendario elettorale, che prevede le prossime elezioni presidenziali e legislative (elezioni dei deputati nazionali) per il 28 novembre 2011. La Rete Pace per il Congo (promossa dai missionari che operano nel Paese) ha inviato all'Agenzia Fides alcune valutazioni sul processo elettorale.
"La CENI ha accumulato un grande ritardo nella revisione delle liste elettorali e, quindi, nella preparazione e distribuzione del materiale elettorale, come le schede elettorali" si legge nell'analisi inviata a Fides. Il Parlamento e il Governo inoltre non hanno ancora approvato la revisione della legge elettorale. Per di più la Società Civile denuncia molte lacune e irregolarità già a livello della revisione ancora in corso delle liste elettorali. L'opposizione, che concentra la sua attenzione sulle elezioni presidenziali a scapito delle elezioni dei deputati, denuncia inoltre l'incostituzionalità del calendario elettorale pubblicato dalla CENI, in quanto esso prevede l'entrata in funzione del nuovo Presidente eletto il 20 dicembre 2011, invece del 6 dicembre, data in cui scade il mandato dell'attuale Presidente. "La constatazione di questi ritardi, irregolarità e carenze provoca dubbi e perplessità sulla reale possibilità di andare alle elezioni in condizioni normali e trasp! arenti" sottolinea la Rete Pace per il Congo.
"Di fronte a questa realtà, ci possono essere, fra le altre, due possibilità" afferma il rapporto. "La prima è quella di non accettare il calendario elettorale proposto dalla CENI, cosa che implicherebbe ulteriori ritardi. Nel momento attuale, forse, sarebbe una decisione suicida per tutti e che provocherebbe un caos irrimediabile. La seconda è quella di accettare, in modo critico ma responsabile, il calendario elettorale proposto dalla CENI".
"Sapendo che, in democrazia, le elezioni non sono un fine in se stesso e nemmeno una corsa al potere in vista dell'arricchimento personale, ma la via maestra per accedere al governo del Paese in vista del bene comune, si tratta di accettarne i limiti e le insufficienze e di apportarvi possibili correzioni e miglioramenti" conclude la Rete Pace per il Congo. (L.M.) (Agenzia Fides 19/5/2011)



AFRICA/SUDAN - "La Chiesa del nord e quella del sud Sudan devono rimanere unite" dice un missionario

Khartoum (Agenzia Fides)- Si avvicina la proclamazione dell'indipendenza del sud Sudan, il 9 luglio, e cresce la preoccupazione per la sorte dei cristiani nel nord Sudan. Come ha sottolineato in un'intervista a Sudan Catholic Radio (SCR) p. Asfaha Yohannes Weldeghiorghis, missionario comboniano di origine etiopica, parroco di Nyala, capitale del sud Darfur, i cristiani nel nord sono in gran parte di origine meridionale e si aspettano il sostegno delle Chiese del sud.
Il missionario ha aggiunto che, poiché i fedeli dei due Paesi hanno profondi legami umani, spirituali e familiari, devono restare uniti, così come la Chiesa del Nord e quella del Sud Sudan devono rimanere unite, dopo l'indipendenza, per offrirsi supporto reciproco. P. Asfaha ha inoltre affermato che la Chiesa del nord non ha gli stessi diritti di culto dei musulmani, e teme che situazione peggiori dopo l'indipendenza del Sud Sudan.
Nel frattempo non cala la tensione tra nord e sud, in particolare per la cruciale questione di Abyei, contesa da entrambe le parti per le sue riserve di petrolio. Abyei doveva essere oggetto di un referendum separato da tenersi contestualmente a quello del 9 gennaio sull'indipendenza del sud Sudan. La popolazione dell'area era chiamata a pronunciarsi se Abyei dovesse essere inclusa nel nord o nel sud Sudan, ma a causa delle tensioni tra le due parti la consultazione referendaria è saltata.(L.M.) (Agenzia Fides 19/5/2011)



ASIA/INDIA - L'Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, in Orissa: "La persecuzione c'è, ma la fede dei cristiani cresce"

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "La persecuzione sui cristiani dell'Orissa c'è, ma la fede cresce e si rafforza, e anche il numero dei fedeli aumenta. Non abbiamo paura: saremo sempre pronti a dire la verità, a difendere la dignità della persona e la libertà di religione. Anche se oggi in Orissa, in quanto cristiani, ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni": è quanto dice in una intervista all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. John Barwa, Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, la principale diocesi dello stato di Orissa (India nord orientale), con oltre 62mila cattolici . L'arcidiocesi include il distretto di Kandhamal, teatro nel 2008 dei massacri anticristiani che hanno fatto oltre 100 morti e 56mila sfollati interni. L'Arcivescovo, in Vaticano per la visita ad limina apostolorum, spiega all'Agenzia Fides le ragioni e le radici della violenza anticristiana.

Eccellenza, come è oggi la situazione dei cristiani in Orissa?

Le persecuzione c'è, dobbiamo affrontare molte sfide, non senza preoccupazioni. Ma crediamo che la persecuzione sia parte della nostra vocazione cristiana e della vita cristiana. Non abbiamo paura, ma la viviamo come una benedizione di Dio. Sappiamo che dove c'è la persecuzione, la fede si rafforza, e oggi sono orgoglioso di dire che la fede nei miei fedeli si sta rafforzando. Il sangue versato per la fede in Cristo è sempre seme per nuovi cristiani: in Orissa il numero dei fedeli cristiani è in aumento.

Può descriverci gli episodi di violenza che accadono oggi?

Va detto che massacri come quelli del 2008 oggi non si verificano. Ma i cristiani sono ancora terrorizzati e non possono tornare nelle loro case. Vi è una forma sottile di oppressione e di intimidazione condotta piuttosto apertamente dai gruppi estremisti indù. Avviene spesso nei villaggi rurali, dove continuano minacce e violenze che spesso arrivano alle cronache nazionali, come l'ultimo caso di una ragazza cristiana violentata e uccisa (vedi Fides 16/5/2011). Alla base vi sono odio e ostilità contro i cristiani che si traducono in forme di discriminazione da parte di settori della società e anche da parte delle istituzioni.

Avete fiducia nella giustizia, nella polizia, e nelle autorità civili?

L'Orissa è un test per il rispetto e il funzionamento della giustizia in India. Abbiamo sotto gli occhi esempi dolorosi in cui i cristiani sono trattati come cittadini di seconda classe e faticano ad avere giustizia. Ad esempio, nel caso di suor Meena Barwa, la religiosa cattolica violentata nel 2008, i responsabili sono stati liberati su cauzione. La reazione e i risultati dei processi in corso, dopo i massacri del 2008, saranno una prova evidente per vedere se nella nazione i cittadini possono davvero confidare nella giustizia e se tutti sono uguali di fronte alla legge. E come potersi fidare della polizia, che ha assistito allo stupro di suor Meena e ad altri massacri senza fermare gli aggressori? La polizia non ci ha protetto e non ci tutela. Come cristiani, in questo momento, ci sentiamo abbandonanti dalle istituzioni.

Questo è molto grave in un democrazia...

Lo è, ma i fatti sono questi. Oggi non ci sentiamo sicuri e sufficientemente protetti. Inoltre, almeno finora, non abbiamo avuto giustizia per le violenze subite.

Quanti sono i gruppi estremisti indù e perchè sono così forti in Orissa?

Non sono in grado di dare cifre, ma i movimenti radicali indù presenti sul territorio sono ben noti, il Vishwa Hindu Parishad (VHP) ed altri, accecati dal fondamentalismo. Sono pochi, rispetto alla maggioranza dei fedeli indù che sono moderati e pacifici. Ma quei pochi continuano ad istigare alla violenza e all'odio contro i cristiani e a manipolare la gente.

Perché i cristiani sono il bersaglio preferito?

Per una serie di ragioni sociali, politiche e religiose. La comunità cristiana in Orissa è composta soprattutto da tribali e da dalit. Per l'evangelizzazione dei tribali non vi sono problemi. I dalit, invece, sono considerati parte della società induista: sono le caste più basse che devono servire quelle più alte. I cristiani operano per la promozione umana, economica e sociale dei dalit, ne difendono la dignità e costoro spesso chiedono di abbracciare la fede cristiana. Questo scatena la reazione dei radicali indù. Accade anche che i dalit, affrancati dal giogo e dall'ideologia castale, avviino attività economiche e commerciali, e questo crea concorrenza a livello economico: altro motivo di insoddisfazione. Questo è il terreno su cui fioriscono l'estremismo e la violenza. Esistono, poi, ragioni politiche: i cristiani non sostengono i partiti nazionalisti indù al potere (come il Baratiya Janata Party, il BJP), e dunque i leader politici non vogliono che la comunità si allarghi! o conti di più.

Qual è il suo approccio pastorale, in tale difficile contesto?

E' quello di intessere relazioni di dialogo a tutti i livelli: con la gente comune, con le altre comunità cristiane, con i leader religiosi indù, con le autorità civili, con i vertici della polizia, per unire tutti gli uomini di buona volontà. Il motto che ho scelto per il ministero episcopale è "Venga il tuo regno": credo che questo stile pastorale possa servire a costruire il Regno di Dio in questa porzione dell'India.

Cosa ha significato per lei l'incontro con il Papa?

Il Papa ha incoraggiato noi Vescovi e ci ha ringraziato per il sostegno che diamo alla nostra gente. Ci ha ricordato la nostra responsabilità di Pastori, invitandoci a rafforzare la fede e difendere la dignità di ogni persona. Dopo questo incontro, il mio cuore è piano di gratitudine per Dio. E' stata una grazia venire qui, in Vaticano, per incontrare il Santo Padre, ricevere parole di incoraggiamento e consolazione e una benedizione da Lui.

Il Papa ha sottolineato la libertà di religione e la tutela dei diritti umani...

Quel passaggio del discorso del Papa l'ho sentito indirizzato direttamente e me e alla situazione che viviamo in Orissa. Mi sento chiamato a proclamare, senza paura, la verità sulla dignità della persona, sulla libertà di fede, sul rispetto dei diritti umani spesso calpestati in Orissa. (PA) (Agenzia Fides 19/5/2011)



ASIA/FILIPPINE - I Vescovi al governo: "Sul Documento per la Salute riproduttiva rispetteremo i nostri principi"

Manila (Agenzia Fides) - Il dialogo fra Chiesa e governo filippino sul Documento per la Salute riproduttiva si interrompe, in quanto non vi sono più le condizioni per portarlo avanti e perché "dobbiamo rispettare i nostri principi e valori": è quanto affermano i Vescovi Filippini in una lettera inviata al governo - e giunta all'Agenzia Fides - in cui si spiega perchè la Chiesa ha abbandonato il tavolo delle trattative sul controverso Documento, attualmente in discussione nel Parlamento filippino. Nella missiva, firmata dal Presidente della Conferenza Episcopale, Sua Ecc. Mons. Nereo Odchimar, Vescovo di Tandag, la Chiesa esplicita la sua posizione in materia, confermando ufficialmente l'intenzione di interrompere il dialogo con l'équipe presidenziale.
Pur ringraziando "per l'opportunità offerta di studiare possibili aree di collaborazione, nell'interesse della popolazione", i Vescovi spiegano che il processo è giunto al punto in cui "dobbiamo stare dalla parte degli insegnamenti e dei principi, come ci richiede la nostra missione". I Presuli, d'altro canto, assicurano di continuare a pregare per il Presidente Benigno Aquino e per tutta la sua amministrazione, confidano in una risoluzione della controversia, nell'ottica del bene comune della nazione .
Il dialogo fra la Chiesa e il governo è finito su un binario morto da quando il Presidente ha enunciato i suoi "cinque punti irrinunciabili": alcuni di questi, notano i Vescovi, non si conciliano con i principi "non negoziabili" della dottrina della Chiesa. I "cinque punti" resi noti da Aquino sono: contrarietà all'aborto; dare alla coppie il diritto di scegliere come gestire la propria vita familiare; il rispetto, da parte dello stato, del diritto degli individui a seguire la propria coscienza, morale o religione, sulla sacralità dell'essere umano; la responsabilità dello stato di provvedere alle coppie povere o svantaggiate con una corretta informazione; nel ventaglio di informazioni fornite dallo stato, i metodi naturali di pianificazione delle nascite e i "metodi moderni" devono essere presentati come equivalenti ed entrambi disponibili. Per metodi cosiddetti "moderni" si intendono i metodi artificiali di pianificazione familiare, gli anticoncezionali, i preservativi, etc.!
Intanto fra gli attivisti pro vita nelle Filippine, molto attivi nella campagna di sensibilizzazione delle coscienze (vedi Fides 17/5/2011), fa capolino con sempre maggiore insistenza l'idea della "disobbedienza civile" - che include il rifiuto di pagare le tasse - che verrebbe messa in atto se il Documento venisse approvato. (PA) (Agenzia Fides 19/5/2011)



ASIA/CINA - Nuovi operai della vigna del Signore per le comunità cattoliche del continente

Pechino (Agenzia Fides) - Nella intensa celebrazione del mese mariano e della Giornata di preghiera per le Vocazioni, la IV domenica di Pasqua, diverse comunità cattoliche cinesi continentali hanno accolto "nuovi operai della vigna del Signore", secondo le informazioni pervenute all'Agenzia Fides. Tra queste ricordiamo l'ordinazione presieduta da Sua Ecc. Mons. Cai Bing Rui, Vescovo della diocesi di Xia Men nella provincia di Fu Jian, ordinato l'8 maggio 2010 con l'approvazione della Santa Sede. Il 14 maggio, vigilia della Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, il Vescovo ha presieduto l'ordinazione presbiterale di un diacono della diocesi di Min Bei, Zhang Zuo Han. Oltre 2.000 fedeli hanno partecipato alla solenne liturgia concelebrata da 37 sacerdoti. Subito dopo l'ordinazione, il nuovo sacerdote ha confermato il suo massimo impegno per proseguire sulla strada della vocazione, chiedendo la preghiera di tutti in occasione della Giornata per le Vocazioni. Inv! ece la diocesi di Ning Xia ha celebrato l'ordinazione diaconale di Giovanni Cao Wang nella nuova chiesa. Cao è originario di Jing Ning, nella Mongolia Interna. Dopo aver studiato nel Seminario di Pechino, ha cominciato a prestare servizio pastorale nella diocesi di Ning Xia dallo scorso mese di settembre. Con lui, ha detto il Vescovo di Ning Xia, "la nostra diocesi ha avuto il dono di un nuovo operaio della vigna del Signore". (NZ) (Agenzia Fides 19/05/2011)



AMERICA/CILE - Rispetto dell'ambiente e produzione di energia: la Chiesa interviene per evitare scontri violenti

Santiago (Agenzia Fides) - I Vescovi cileni intervengono per favorire il dialogo e allo stesso tempo ricordare che per quanto riguarda i progetti energetici "una decisione basata esclusivamente su interessi economici è eticamente inaccettabile". La Commissione Permanente della Conferenza Episcopale del Cile ha infatti pubblicato la dichiarazione "Abbiamo cura dei doni della Creazione", inviata anche all'Agenzia Fides, che vuole offrire un contributo, a modo di riflessione, sul maggiore problema sociale che vive il Cile e riguarda la politica ambientalista, con il progetto di costruzione di dighe nella zona di Aysén.
A pochi giorni dal 21 maggio, quando il Presidente del Cile, Sebastián Piñera, presenterà al Congresso un resoconto della sua gestione, e si preannuncia una grande mobilitazione popolare, i Vescovi chiedono di evitare lo scontro diretto tra i vari protagonisti. In molte città del paese per il 21 maggio sono state organizzate, per la prima volta, delle marce "tematiche": la marcia degli ambientalisti contro il progetto della costruzione delle dighe noto come HidroAysén, la marcia degli sfollati del terremoto, la marcia a favore dei prigionieri mapuche, gli studenti per la riforma dell'istruzione. Alla fine della giornata, in ogni città, tutte queste marce si uniranno in una grande manifestazione contro il governo e si teme l'intervento violento della polizia.
"Come Vescovi vogliamo incoraggiare un dialogo serio, aperto e consapevole, evitando atteggiamenti di scontro, e promuovere un sano discernimento" ha dichiarato il responsabile delle comunicazioni della Conferenza Episcopale del Cile (CECh), Jaime Coiro. Dinanzi al dibattito sull'energia che si è acceso nelle ultime settimane, il portavoce della CECh ha detto che il dilemma è "come conciliare il rispetto per l'ambiente con la crescente domanda d'energia".
Successivamente, Coiro ha affermato che una "decisione basata esclusivamente su interessi economici è eticamente inaccettabile e deplorevole, perché è una squallida presa in giro della società", e ha proseguito: "la Chiesa non concepisce lo sviluppo senza considerare la sostenibilità ambientale", quindi "prima di affermare che la domanda crescente di energia è condizione preliminare per il progresso, è necessario seguire un processo, che deve essere affrontato come paese, per costruire insieme un modello di sviluppo".
I Vescovi infine hanno avvertito che "una risposta che umanizza la sfida energetica richiede un dialogo a cui tutti gli individui e le comunità, soprattutto quelle più coinvolte e interessate alle iniziative, devono partecipare, e il loro parere deve essere preso in considerazione nelle decisioni che li riguardano".(CE) (Agenzia Fides 19/05/2011)

Links:
Dichiarazione dei Vescovi (in spagnolo):
http://www.fides.org/spa/documents/obispos_chile_052011.pdf



AMERICA/URUGUAY - L'Arcivescovo Carlos Aguiar Retes è il nuovo Presidente del CELAM

Asuncion (Agenzia Fides) - L'ufficio stampa del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) ha inviato all'Agenzia Fides la seguente nota con la comunicazione delle nuove nomine. "Oggi 18 maggio 2011 l'Assemblea Ordinaria del Consiglio Episcopale Latinoamericano, dopo un duro lavoro e dopo aver invocato l'azione dello Spirito Santo, ha proceduto all'elezione del Presidente del CELAM. Il nuovo Presidente è Sua Ecc. Mons. Carlos Aguiar Retes, Arcivescovo di Tlalnepantla (Messico), attualmente Presidente della Conferenza Episcopale del Messico e Presidente del Dipartimento della comunione ecclesiale e dialogo del CELAM. Inoltre è stato nominato il primo Vice Presidente del CELAM, Sua Ecc. Mons. Rubén Salazar Gomez, Arcivescovo di Bogotà (Colombia), attualmente Presidente della Conferenza Episcopale della Colombia. Secondo Vice Presidente del CELAM è stato eletto Sua Ecc. Mons. Dimas Lara Barbosa, Arcivescovo di Campo Grande (Brasile)". (CE) (Agenzia Fides, 19/05/2011)

Links:
Scheda completa delle biografie
http://www.celam.org/nueva/Celam/detalle.php?id=OTM=



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