CONFORTI SANTO / DUE GRANDI “AMORI”
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CONFORTI SANTO / DUE GRANDI “AMORI”
A CURA DI MARIO MENIN
Il 23 ottobre prossimo, Giornata missionaria mondiale, Guido Maria Conforti (1865-1931) sarà proclamato santo. Nativo della Bassa parmense, Conforti aveva sempre pensato di farsi missionario, ma per la malferma salute non riuscì a realizzare il suo sogno. Per questo concepì l’audace disegno di fondare una Congregazione missionaria – i Saveriani –, che andasse fino agli estremi confini del mondo ad annunciare, con le parole e le opere di Gesù, l’amore di Dio per tutti i popoli. Questo audace disegno svela il primo grande “amore” di Conforti, la missione ad gentes (ai popoli), che egli visse in maniera atipica, senza mai partire per le “missioni”, ma nella fedeltà alla Chiesa locale, il suo secondo grande “amore”, cui si donò, come prete diocesano e vescovo, fino alla morte. La Chiesa locale e la Chiesa universale sono i due orientamenti della vita di Conforti, i due grandi “amori” che egli tenne sempre insieme, come complementari, anche quando sembravano escludersi l’un l’altro. La grandezza della sua santità brilla soprattutto in questo intreccio fecondo tra particolare e universale – “un pastore due greggi”, scrive di lui padre Vittorino Callisto Vanzin, alludendo alla Chiesa di Parma e alle missioni in Cina –, che il fondatore dei Saveriani contemplò fin da ragazzo nel Cristo crocifisso, “mandato” da Dio in un contesto particolare, Israele, per la salvezza e la riconciliazione di tutti i popoli della terra.
Il 23 ottobre prossimo, Giornata missionaria mondiale, Guido Maria Conforti (1865-1931) sarà proclamato santo. Nativo della Bassa parmense, Conforti aveva sempre pensato di farsi missionario, ma per la malferma salute non riuscì a realizzare il suo sogno. Per questo concepì l’audace disegno di fondare una Congregazione missionaria – i Saveriani –, che andasse fino agli estremi confini del mondo ad annunciare, con le parole e le opere di Gesù, l’amore di Dio per tutti i popoli. Questo audace disegno svela il primo grande “amore” di Conforti, la missione ad gentes (ai popoli), che egli visse in maniera atipica, senza mai partire per le “missioni”, ma nella fedeltà alla Chiesa locale, il suo secondo grande “amore”, cui si donò, come prete diocesano e vescovo, fino alla morte. La Chiesa locale e la Chiesa universale sono i due orientamenti della vita di Conforti, i due grandi “amori” che egli tenne sempre insieme, come complementari, anche quando sembravano escludersi l’un l’altro. La grandezza della sua santità brilla soprattutto in questo intreccio fecondo tra particolare e universale – “un pastore due greggi”, scrive di lui padre Vittorino Callisto Vanzin, alludendo alla Chiesa di Parma e alle missioni in Cina –, che il fondatore dei Saveriani contemplò fin da ragazzo nel Cristo crocifisso, “mandato” da Dio in un contesto particolare, Israele, per la salvezza e la riconciliazione di tutti i popoli della terra.
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